Davvero..?! Verissimo..!

Stiamo ancora cercando di recuperare il filo conduttore delle nostre giornate pre matrimonio, ma soprattutto pre viaggio e facciamo i conti con pioggia e bimbo malato un weekend si e un weekend si… Ed e’ per questo che gli ultimi due post conclusivi sul nostro viaggio, quelli su sole mare e dolce far nulla, che ormai ci sembra così lontano, tardano ad arrivare…

Nel frattempo abbiamo vissuto, forse più io, una altra, nuova ma significativa esperienza…

Qualcuno forse avrà visto il nostro matrimonio in televisione durante una puntata di Verissimo…

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Eviterò di raccontarvi del mio delirio di tuttoall’ultimominuto di quel giorno, compreso vestito scelto giusto in corner…

Ebbene si… Avete visto bene…Eravamo noi…

Le riflessioni che ci hanno portato a questa scelta sono state lunghe, ponderate, personali e importanti… Lo abbiamo fatto con discrezione, rispettando quello che doveva essere un momento solenne e unico per noi ma anche per voi…

Volevamo sostanzialmente raccontare il nostro giorno speciale, trasmettere la gioia, la solennità e il nostro entusiasmo del momento… Ancora una volta..

Speriamo di esserci riusciti e di non aver ‘urtato’ la sensibilità di nessuno..

A presto!!

Ps se vi siete persi il servizio perché il sabato avete di meglio da fare… E per caso volete vedere se ‘ci siete’ anche voi…o curiosare..
Questo e’ il link della puntata, ci trovate al minuto 51…

Giacomo&Nora
Il nostro giorno speciale
@ Verissimo

Approfitto di questa occasione per fare un po’ di ringraziamenti: a Diana una amica e special wp; a Francesca e alla famiglia Bersi Serlini per l’accoglienza, l’affetto, la professionalità e gli ottimi vini; a Stefano, lo chef Philippe Leveille e tutto lo staff di Miramonti L’Altro; alla Pasticceria Roberto di Erbusco per la strabiliante torta nuziale; ad Alberto Dell’Orto per aver interpretato meravigliosamente con le sue composizioni floreali il nostro tema conduttore; a Uilli e Giannino per averci fatto scatenare in danze sfrenate; a Fabio Piazzalunga e ai suoi musicisti per averci allietato durante l’aperitivo; e al Coro Effata‘ per la splendida interpretazione gospel della nostra cerimonia nuziale; a Jean per le sue fotografie e per essere stato invisibile ma sempre presente; e ad Antonella dell’Angolino di Monza; e alla bravissima Monica per avermi reso bellissima!!! Grazie davvero!!

Alligatori, non coccodrilli! Le Everglades!

Era un po’ che dovevo postare questo articolo, mi ero ripromessa di raccontare le nostre avventure direttamente in viaggio.

Ma poi ci si sono messe le 30 ore di viaggio di rientro, l’incontro a dir poco meraviglioso con ‘l’intruso’ e insomma eravamo pur sempre in viaggio di nozze (the honeymooners) e avevamo anche di meglio da fare… e così ricomincio solo ora a scrivere.. Dopo una serata tutt’altro che facile… una di quelle serate da genitori inpantanati fino al collo… ma in fondo.. e’ cosi bello!!! Perché come mi ha detto una amica: sono tornata! Tornata nel mondo dei pannolini da cambiare, dei canini da mettere, delle urla notturne, delle 2000 lavatrici da fare al giorno (e per stasera anche di notte). Ma soprattutto nel mondo dell’amore più grande che c’è!! Quello per i nostri piccoli grandi ometti!! (Grazie Vale!!)

Ricominciamo dove eravamo rimasti…

Le Everglades! Ai più possono sembrare una grande palude popolata da alligatori (si parla di acqua dolce). In realtà si tratta di una prateria umida. Nelle Everglades infatti non crescono alberi ma esistono solo isole di alberi. In più l’acqua non è stagnante ma scorre, anche se molto lentamente, verso il mare.

Sono un ecosistema molto particolare, una distesa subtropicale popolata da molte specie in via di estinzione.

Sono caratterizzate da due stagioni; quella secca e quella delle piogge. Noi abbiamo beccato la stagione sbagliata. Il periodo migliore e’ tra dicembre e aprile, la stagione secca, con clima mite e gradevole ed è possibile avvistare molti animali.

Il parco naturale nasce nel 1947 soprattutto a scopo conservativo. Esiste un programma varato per rimediare agli errori e ai danni causati da bonifiche e interventi edilizi.

Avendo poco tempo a nostra disposizione decidiamo di arrivare nel parco da nord dal Tamiami Trail. Questa strada divide le Everglades a sud dalla Big Cypress National Preserve, a nord, area di 2950 kmq popolata da alligatori, serpenti, pantere della Florida ecc… ed e’ in questa riserva, in realta’, che inizia il nostro tour. Le famose airboat, infatti, sono vietate all’interno del vero e proprio parco delle Everglades.

Eravamo dubbiosi sul fare o meno una escursione con questi mezzi anfibi ad elica, la maggior parte di questi tour sono infatti delle vere proprie fregature..

Ma dopo una attenta ricerca su internet, supportata da consistenti recensioni positive su Tripadvisor abbiamo scelto di fare il giro con Buffalo Tigers Airboat Tour. Il tutto e’ gestito da un vecchio capo indiano; (parte della zona e’ riserva indiana Miccosukee) e’ un uomo dall’aria saggia, rende tutto piu’ genuino e meno artefatto. Alla modica cifra di 20$ a persona la figlia del capo indiano ci ha fatto fare un giro di circa 40 minuti. Molti avvistamenti, carezze e coccole agli alligatori (non da parte mostra ovviamente); visita a un vecchio accampamento indiano, una barca quasi tutta per noi e molte spiegazioni!! Quella che più ci è rimasta impressa?!?!

Splash=Easyfood!!

Clicca i link di seguito per due video!

Vedi video: Splash=EasyFood!!

Vedi video: Gnam!!

In sostanza gli alligatori sono animali molto pigri, aspettano che il cibo gli cada in bocca.

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Alla fin della fiera: voto 10 al giro in airboat!! Consigliata a tutti!!!

Purtroppo non rimaniamo così soddisfatti dalla seconda tappa: lo Shark Valley Trail; un percorso circolare di 15 miglia, 24 km, asfaltato, all’interno del parco. Secondo guide e recensioni varie questa zona pullulerebbe di animali… Peccato non si vedano in questa stagione… Sigh Sob.. Ma nella stagione secca da dicembre ad aprile..

Lo scopriamo troppo tardi!! Questo percorso si può fare in tre modi: a piedi, a bordo di un trenino o in bici!! Noleggiamo le bici, per fare i fighi, per fare un po’ di moto e per guadagnarci la cena.. E poi perché se vedi gli animali (essigia’) puoi fermarti, scendere e fotografarli… Riempiamo gli zaini di acqua perché lungo il percorso non c’e’ NIENTE!!! (Se non i numeri delle miglia percorse che beffardi ti guardano dall’asfalto.) Partiamo, peccato che:

1. Non ci fossero animali, se non qualche esemplare di uccello (paesaggio comunque suggestivo)

2. Ci fosse una umidità del 1000×1000

3. Avessimo si lo spray anti zanzare, ma non la crema da sole (pessima idea, abbiamo goduto fino ai caraibi di spettacolare abbronzatura aragosta dalla forma tipica della abbronzatura del muratore, nulla contro i muratori)

4. Fossero le 13.30 di una magnifica giornata assolata…

5. Le bici avessero un sellino scomodissimo (chiedete al castrato) e il freno a pedale

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Tirate le somme: voto 6 alla pedalata!! Ma solo per averla fatta nella stagione sbagliata!

Ci mettiamo in marcia esausti alla ricerca di un hotel per la notte a Florida City, l’avamposto per le Keys. L’ultima città prima dell’arcipelago. È li che siamo infatti diretti!!

Troviamo una stanza in un Best Western e udite udite, paghiamo la stanza con un coupon di sconto!!! Pazzi per la spesa rulez!!! Dovete sapere infatti che nelle aree di sosta delle autostrade sono disponibili brochure di pagine e pagine di coupon di sconti per gli alberghi nelle vicinanze delle uscite autostradali! Volevo provare l’ebrezza anche io di usare un coupon!!

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Dopo un salto veloce in un piccolo Outlet in zona (Florida Keys Outlet Center) alla ricerca di pantaloncini e costumi; ci stupisce piacevolmente per la cena, un ristorante molto in stile Pirati dei Caraibi!! Mutineer: gli ammutinati!! Fondamentalmente e’ un risto-pub! Non mancano i soliti tifosi seduti al bancone che mangiano, bevono birra e seguono partite di qualunque sport su uno dei mille maxischermi. Aragosta per Giacomo e Fettuccinecontutto per me!! Entrambi piatti degni di nota, se non altro le fettuccine erano al dente!! Ma batte tutto il dolce: cheese cake al cioccolato brownie per lui e cheese cake al lime per lei!! Che goduria!! Ecco un modo per concludere in bellezza la serata…
Unico modo qui pubblicabile ovviamente… Hihi…

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…continua…

Orlando la città dei parchi.. Tematici ovviamente!

Atterriamo ad Orlando che il tempo e’ un po’ incerto, un secondo piove e due minuti dopo splende il sole.. La temperatura invece è decisamente HOT, 30 gradi con una umidità del 99% a cui non siamo per niente abituati.

Ritirate le valigie andiamo a prendere la nostra nuova macchina. Come al solito non è quella che avevamo scelto.. Maledetto ‘or similar’ ma altro oltre a questa Nissan Altima (ribattezzata la lontra) non c’è e quindi ce ne facciamo una ragione, o quasi… Non facciamo in tempo ad uscire dall’aeroporto che un bip sospetto ci induce a tornare indietro… Gomma bucata… E due…
Riusciamo a cambiare la macchina; indovinate un po’?!?! Potevamo scegliere tra una bellissima Nissan Altima e una splendida Nissan Altima…

Superate le incazz del momento ci dirigiamo verso Orlando, o meglio verso il nostro hotel presso WaltDisneyWorld: The Art of Animation’s Resort. Ottimo compromesso tra qualità, prezzo e servizi. In più e’ un hotel a tema, puoi scegliere se soggiornare nelle camere di Cars, di Nemo, del Re Leone o della Sirenetta. Purtroppo le doppie sono solo nella struttura della Sirenetta; peccato avremmo soggiornato volentieri nei Cones Hotel di Cars. Ci accolgono con la solita efficenza americana, e con il calore Disney!! Dopo averci fornito la nostra spilletta di ordinanza ‘First Visit’ ma ci sono anche quelle per i BDay , gli Anniversari ecc… ci comunicano con nostra somma gioia, sono già le 17.00 infatti è pensavamo di non avere abbastanza tempo, che il parco per gli ospiti degli hotel gode di un extended time dalle 12 alle 03 di notte!! Abbiamo tutto il tempo quindi di visitare Magic Kingdom!!

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Orlando come città ha ben poche attrattive. Il suo nome e’ indissolubilmente legato ai parchi a tema che sorgono nelle vicinanze. Il grande successo di Magic Kingdom ha fatto si che nella zona sorgessero una serie di attrazioni ispirate a Disney. Puoi trascorrere una intera settimana a Orlando visitando ogni giorno un parco a tema Disney diverso! Ovviamente non esistono solo parchi a tema Disney: Universal Studios, Sea World ecc.. Sono solo alcuni esempi.

WDW copre una superficie di 8.000 ettari ed è il parco tematico più grande al mondo: 4 parchi, 2 parchi acquatici, 6 campi da golf, 20 alberghi ca, ristoranti e un intero quartiere di divertimenti Disney Downtown. Gode addirittura di una legislazione a parte.

Noi scegliamo di visitare, un po’ per questioni di tempo, un po’ perché è il più famoso: Magic Kingdom.

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Torniamo bambini, superata la botta dei 90 $ a testa per l’ingresso, ci godiamo il parco!! C’è davvero tanta gente nonostante non sia alta stagione. Mi colpiscono le infinite distese di passeggini. Vige un ottimo sistema di fast pass (gratuiti) per le giostre più affollate. Inserisci il tuo biglietto (che è anche la chiave del ns albergo) in alcune macchinette in prossimità delle giostre e ne esce un biglietto con un intervallo orario in cui presentarti per fare la giostra. Con questo sistema e grazie all’extended time a noi (e ad altre moltissime persone) riservato siamo riusciti dalle 18 alla 1.30 a fare tutte le attrazioni che volevamo e a rifarme anche qualcuna.

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Andiamo a letto stanchi, stremati ma felici!! Questo e’ un posto dove decisamente torneremo con Max!! Magari quello di Parigi.. Anche se non gode della stessa fortuna climatica!

Grande colazione nel nostro hotel, dopo una sveglia di buon mattino e via di corsa verso Cape Canaveral e la Space Coast (così chiamata perché vi ha sede la NASA). Sono circa 45 minuti. Ci dirigiamo verso la costa. Il nostro obiettivo e’ il Kennedy Space Center Visitor Complex. Qui grazie a un tour guidato, una serie di velivoli, reperti e memorabilia e interessantissimi filmati approfondiamo la nostra conoscenza sulle missioni Apollo, sullo shuttle e sul programma spaziale americano. Tocchiamo anche un pezzo di luna!!

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Il programma di oggi e’ serrato, ci aspettano circa quattro ore di macchina. Troviamo un posto dove riposare le nostre stanche membra (Hampton Inn & Suites) vicino al Tamiami Trail, la strada che da Miami conduce verso le Everglades. Il nostro schedule per la giornata successiva infatti ci conduce lí!!

Eviterò di parlare della delusione cocente subita nel trovare chiuse le porte del ristorante cubano adocchiato vicino all’hotel alle 21.30 benché l’orario di chiusura fosse le 22.00. Ed eviterò di raccontare come Burger King ci ha salvato, again… E di come abbiamo affogato i nostri dispiaceri in un gelato dalle dimensioni bibliche…

A proposito…suggeriamo agli americani di ridurre le dimensioni della versione regular delle cose.. Magari ridurrà di conseguenza anche il loro giro vita!!

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…continua…

Washington, here we are!!!

Arriviamo in prossimità di Washington animati da sentimenti contrastanti: felici perché finalmente splende un magnifico sole; un po’ upset perché c’è molto traffico (parliamo pure di sei corsie in coda) a causa dell’ora da rientro lavorativo (sono le 17) e perché causa lavori in corso passiamo due o tre volte da Maryland, Virginia, District of Columbia senza raggiungere la città di Washington.

E’ una città costruita a tavolino, con viali ampi, luminosi ed isolati molto grandi. Una città pulitissima e con una metropolitana di cui, giustamente, tutti gli abitanti vanno fieri. Anni or sono decisero di fondare la capitale qui perché in una posizione centrale rispetto agli stati dell’Unione e Maryland e Virginia cedettero parte del loro territorio per fondare il District of Columbia.

Forse non ha il fascino ed il carisma di New York e non offre lo skyline mozzafiato delle più grandi città americane (una legge vieta la costruzione di palazzi più alti del Capitol), ma offre moltissime attrazioni per i turisti, come musei e monumenti e tenta di attirarli allettando con diverse iniziative (per esempio l’ingresso a tutti i musei è gratuito). Anche se non credo servano particolari espedienti per attirare turisti, e’ un po’ la mecca degli americani!! Quale americano non vorrebbe vedere dal vivo la White House e Capitol Hill?!?

Quello che mi piace di questo popolo e’ anche la sua spiccata vena nazionalistica.

A noi, che per la maggior parte non siamo avvezzi a questo tipo di manifestazione se non in occasioni di eventi sportivi (olimpiadi, europei, mondiali ecc) tutto questo sbandierare l’amore per la patria può risultare esagerato. Parlo di esporre la bandiera, e non solo su monumenti ed edifici pubblici, ma nei parchi divertimento, nei giardini delle case; parlo del canto dell’inno all’apertura di certe strutture; dell’amore e della conoscenza approfondita della loro seppur breve storia come nazione; del profondo rispetto per la divisa e supporto alle truppe in guerra.

Noi spesso ne facciamo una questione politica, di schieramento.. Per loro non è solo quello.. Va oltre..

Indipendentemente da chi c’è al potere, che viene comunque criticato, appoggiato ecc… loro amano, rispettano, difendono la loro patria, il loro paese… Se sia facciata o vero sentimento non ci è dato saperlo ma è comunque piacevole assistere a questo attaccamento.

Un esempio lampante e’ Washington. Gli americani passeggiano tra memoriali, monumenti ed edifici pubblici con il naso all’insù estasiati!!

Dopo aver preso possesso del nostro spettacolare appartamento un block accanto alla White House (consiglio spassionato Aka Suites) camminiamo anche noi verso The White House e The National Mall..insomma quelle zone di Washington, così popolari per noi soprattutto dai film.

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Washington e’ una città politica pulsante… Ora più che mai a così pochi giorni di distanza dalla grande elezione del nuovo Presidente.

E sono proprio gli edifici politici quelli che richiamano più pubblico.

The White House, costruita tra il 1792 e il 1800: ufficio, il famoso studio ovale (che ogni presidente personalizza a proprio gusto) e residenza del Presidente degli Stati Uniti e della sua famiglia. A dirla tutta me la aspettavo più grande… La Tv allarga.. Comunque fa una certa impressione passeggiare davanti all’indirizzo più famoso al mondo, il 1600 di Pennsylvania Avenue. Per visitarla se sei cittadino americano devi chiedere un pass a un senatore o a un membro del congresso, con mesi di anticipo; se sei straniero devi chiedere alla tua ambasciata, ma al momento le visite per gli stranieri erano sospese. Alcuni abitanti di Washington, ormai abituati a convivere con ‘personaggi importanti’ (Obama soprattutto li ha abituati con le sue partite di basket nei campi cittadini) tranquillamente hanno improvvisato un campo di hockey nella piazza antistante la residenza presidenziale.

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The Washington Monument: un alto obelisco costruito in onore di George Washington. Esattamente è alto 555.5 piedi ed è posizionato su un piccolo promontorio nel mezzo del National Mall. Fino a poco tempo fa si poteva salire in cima e in una bella giornata vedere fino a 30 miglia in ogni direzione! Wow! Purtroppo a causa di un recente terremoto e dei danni che vi ha provocato (crepe) al momento non è più possibile farlo. Ha comunque un grande fascino, soprattutto la sera.

Il nostro primo incontro con la città termina con The World War II Memorial. L’intento di questo memoriale, al tramonto veramente commuovente, e’ quello di commemorare tutti gli americani che hanno perso la vita durante la seconda guerra mondiale. 50 pilastri, che rappresentano gli Stati Uniti, circondano una fontana magistralmente illuminata. Degno di nota un muro ricoperto di stelline; simboleggiano esattamente il numero di caduti di nazionalità americana. Questo e’ una recente aggiunta ai memoriali già presenti lungo il National Mall. Si respira aria di grande rispetto.

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In lontananza si vede, al termine della ‘reflecting pool’ il Lincoln Memorial, probabilmente il più famoso e visitato Memoriale. Si trova alla fine del National Mall opposto a Capitol Hill, dedicato a Abraham Lincoln il presidente acclamato come favorito di tutti i tempi. È un simbolo di libertà, ricorda la Guerra Civile e l’Abolizione della schiavitù. Accanto alla statua del presidente figurano i due discorsi da esso pronunciati e famosi ai più! Nella reflection pool si riflette l’obelisco del Washington Memorial. Quella dell’obelisco riflesso e’ una delle foto più conosciute della città.

Nel 2009 il neo presidente Obama tenne il suo primo discorso proprio ai piedi del Lincoln Memorial. C’erano circa 400 mila persone ad assistere.

Dopo aver nutrito la nostra fame di conoscenza e sapere decidiamo che è ora di nutrire anche il corpo. A dirla tutta ci siamo un po’ stufati della tipica cucina americana. Decidiamo di utilizzare la nostra full furnished kitchen e di andare quindi a procacciarci delle materie prime in un supermercato. Quale gioia quando scopriamo che il supermercato più vicino e’ un Whole Foods. A dirla tutta adoro questa catena di supermercati. Si avvicinano molto ai nostri e in più hanno efficenza americana, ordine, estrema pulizia e tanta pure troppa scelta. Chissà come mai uno dei pochi supermercati che vende grande quantità e qualità di cibo fresco negli stati uniti e’ nato in Texas, ad Austin per la precisione, la patria del BBQ, del beer pong, e lo stato con la più alta concentrazione di obesi negli USA. Forse proprio per combattere tutto questo, o forse perché Austin e’ molto europea, sportiva e molto salutista…

Whole Foods, un po’ come Ralph in California, e’ un mondo a parte… Trovi formaggi freschi, americani, francesi, italiani, trovi mille e più tipi di insalate, trovi frutta e verdura di ottima qualità, trovi affettati..Persino la bresaola della Valtellina.. È un supermercato che vende solo cibo ‘organic’ naturale, sia che sia fresco, surgelato o confezionato. Questo, unito al fatto che vende molte cose fresche, lo rende un supermercato estremamente caro… Ebbene si, chissà perché negli USA fresco=caro. Così gli americani amichevolmente lo chiamano Paycheck Market (il super che ti succhia lo stipendio). Ed e’ per questo che spesso e’ posizionato nelle zone più’ ricche o piu’ acculturate della citta’, come in zone universitarie. Peccato perché merita proprio. Un supermercato da 10 e lode.

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Lo svaligiamo!! È difficile non farsi prendere la mano!! E per una sera ci facciamo una bella insalata mista senza salse di nessun genere o quasi!! Ovviamente acquistiamo anche il necessario per la colazione e la cena del giorno seguente. Non avremo quindi consigli su dove cenare a Washington.. Volevamo sentirci un po’ a casa.

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La mattina dopo (sabato 6 ottobre; giusto per dare un riferimento temporale) dopo una abbondante colazione siamo pronti a gustarci un altro po’ della città, con la consapevolezza comunque che non riusciremo a vedere tutto. Ci buttiamo sul National Mall dalla parte verso Capital Hill. Qui affaccia il complesso della Smithsonian Institution, un insieme di musei ricchissimi, di generi completamente diversi tra loro, creati grazie alla donazione di uno scienziato inglese: Smithson nel 1926 di 4,1 milioni di dollari. L’intento era quello di finanziare una istituzione per lo sviluppo e la diffusione della conoscenza. I musei sono gratuiti ma necessitano continuamente di sovvenzioni. E purtroppo espongono solo l’1 % delle collezioni e reperti a disposizione. Noi abbiamo visitato il National Air & Space Museum, il museo più importante e visitato. Tra i reperti esposti: il velivolo dei fratelli Wright, lo Spirit of Saint Louis di Lindebergh, il modulo lunare dell’apollo 11 ecc… Siamo decisamente tornati bambini!!!

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E in fondo al National Mall ti appare maestoso Capitol, il Campidoglio! È il più importante edificio di Washington. Costruito nel 1793, distrutto e ricostruito più volte. Eccetto l’obelisco nessun altro edificio può superarlo in altezza. E tutta la città (nomi e numeri delle vie) ha come riferimento centrale questo edificio.

Dal 1800 qui si riuniscono le camere legislative del governo federale, The House of Representatives e The Senate . Intorno a Capitol Hill sorgono altri edifici meravigliosi e altrettanto importanti: The Supreme Court e The Library of Congress.

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Lasciamo per ultimo, dopo un panino simil sano da Subway (catena che ti permette di personalizzare al 100% gli ingredienti dei panini, piccola curiosità, e’ il più grande franchising al mondo, supera Mc Donald) The International Spy Museum. Un museo molto divertente e curioso che mostra i ferri del mestiere delle agenzie segrete: congegni, metodi di fuga, depistaggi.. Interessante soprattutto la parte dedicata alla seconda guerra mondiale e a Enigma!

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Il tempo sta cambiando.. Il vento spazza i grandi viali.. Corriamo verso la nostra casetta! Ci aspetta una cena italiana: penne al sugo.. Con contaminazione americana: gelato Ben&Jerry!!

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Salutiamo Washington sotto la pioggia battente..è domenica e fortunatamente sulla strada per l’aeroporto non incontriamo traffico. Lasciamo la nostra giga-macchina e con una valigia in più (beccati!!) prendiamo il nostro volo per Orlando! Si va al sud! Via i maglioni!

Florida arriviamo!

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…continua…

Benvenuti in Vermont!! Parte 2

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Come vi dicevo iniziamo davvero ad apprezzare il fenomeno del foliage oltrepassando la cittadina di Stowe e affrontando le curve che salgono e discendono dallo Smuggler Notch Pass (che vi credete 682 mt di altezza -_-)

Ma dato che non di solo pane vive l’uomo decidiamo che vogliamo vedere anche l’attrazione numero 1 e 4 del Vermont con delle personali aggiunte in mezzo…

Facendo a spintoni con il solito gruppo di gioventù bruciata (pensionati over 80) visitiamo una caratteristica e cartonosa fabbrica di gelati.. I gelati di Ben & Jerry dalla particolare impronta ‘Peace and Love’ e dai gusti articolati, improbabili, difficilmente nominabili, sicuramente fudgiosi ma guduriosi all’ennesima potenza!! Ok lo ammetto sono qui per il sample finale!!!

Ben & Jerry perde un po’ della sua poesia quando scopriamo essere stata acquisita da Unilever… Ma.. Un ma importante.. Questo ha fatto si che questi gelati da telefilm arrivassero in Italia!!! Gnam!!!

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Degno di nota anche il pranzo, nei dintorni… Panino (echeseno?!?!) da The Blue Donkey! Not bad guys, not bad!!

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In serata ci dirigiamo verso Burlington la città più grande e più caratteristica del Vermont.. È forse la più conosciuta.. Come al solito la capitale spesso non è nemmeno nota ai più… Ad esempio Montpellier nel Vermont o Albany nello stato di New York..

Guidando tra le colline decidiamo di fermarci in una fabbrica di sidro! Qui e’ inteso come succo di mela, non alcolico come in Francia. E scopriamo che a causa di una prematura fioritura degli alberi e successiva devastazione dei boccioli a causa del brutto tempo in tutti gli stati USA circa l’80% del raccolto andrà perso, con conseguente ed esorbitante lievitazione del prezzo delle mele e di tutto ciò che ne deriva… Suggeriscono infatti di assaggiare un solo sample di sidro a testa.

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A Burlington prendiamo possesso della nostra camera, trovata al momento e corriamo a vedere la caratteristica fabbrica della birra Magic Hat, psichedelica direi!!! Tutta sui generis!! Sembra di stare a una sfilata del Mardi Gras a New Orleans! Al termine del breve tour self guided ci aspettano 8 assaggi delle nove tipologie di birre! La Nine; la loro birra di punta al retrogusto di albicocca ci affascina e colpisce! Purtroppo non spediscono in Italia.. Un pazzo in Australia si accolla le spese x averla ma in Europa ancora nessuno lo fa.. Che possa essere lo spunto per un business?!?!

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Il Vermont e’ il paese che vanta il più alto numero di birrifici artigianali pro capite! Ed esistono itinerari ad hoc per non farsene sfuggire nessuno!! Ecco a noi Magic Hat forse ci basta!! Sono le 17 e vabbe’ che gli americani tra poco mangiano ma 8 assaggi fanno vacillare

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Scende presto la sera, passeggiamo lungo lo splendido lungolago di Burlington (cercando di scorgere il lago) dotato di panchine, dondoli, giardino botanico con spiegazioni delle piante tramite codice QR, pista per le bici e per la corsa… E dopo due passi nella zona pedonale (ebbenesi Main Street) e’ facile accorgersi che Burlington e’ giovane. Ha sede infatti la bellissima Università del Vermont.

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Per la cena scegliamo un ristorante, qualcosa di diverso!! E sbirciando nel piatto di un commensale (che poi si rivela essere un dipendente) riusciamo anche a farci portare un meritevole assaggio di formaggi locali… Poi oso e prendo della pasta.. Alla maniera americana!! Voto 10 alla cottura, voto 7 alla cremina che legava il tutto con troppo aglio e finocchietto… A parte l’ustione di decimo grado alla lingua, voto 9 al Pie di Giacomo. Insomma Bluebird Tavern promossa!!

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Ed eccole qui!! Ci toccano delle tappe di trasferimento.. Direzione Washington! Non possiamo salutare il Vermont senza prima aver visitato la famosa attrazione numero 4: The Teddy Bear Factory a sud di Burlington!! Solita presenza di pullman di gioventù bruciata, solita pioggerellina.. Ma il tour e’ coinvolgente (come sempre), simpatico e gli orsacchiotti dolcissimi!! E soprattutto garantiti a vita!! Anche se lo mangia il cane, viene affettato dalla mietitrebbia o ridotto nella lavasciuga!! Basta sia visibile il marchio di fabbrica nella pupilla ‘Made in Vermont’
I bimbi possono stuffare il proprio orsetto, mettergli il cuore, scegliere colore e texture, i vestiti, e compilare il certificato di nascita (non è Build a Bear che nasce 17 anni dopo in Missuri, copioni).

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Hamburger non ci avrai!! Una buona scelta alternativa per il pranzo ontheroad e’ stata quella di comprare alimenti caratteristici del Vermont in una farm (Daikin Farm) e comporci autonomamente dei panini più sani. Meno male che gli americani hanno sempre dei coltellini di plastica, tovaglioli e cannucce a disposizione in qualunque fast food. In questo posto I fall in love con una macchinetta geniale che spreme le peanuts al momento e ti fa del l’ottimo burro di arachidi naturale (dicono) gnammissima!!

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Macina macina macina chilometri.. La sera ci fermiamo in un posto sperduto da qualche parte nelle Pocono Mountains in Pennsylvania.. Circondati dalla nebbia, e dai cartelli un po’ zen ‘Bridge may icy before road’ solo al mattino ci accorgiamo di essere in una rinomata località turistica montana famosa per lo sci, le attività all’aria aperta ecc…

Ripartiamo!! Vogliamo essere a Washington presto per passeggiare tra gli imponenti monumenti e memoriali…

Solo una sosta veloce per il pranzo… Diffidate dalla frase ‘mi tengo leggero’ e sappiate che se da Pizza Hut chiedi una pizza te la portano intera e la regular e’ enorme!! E nemmeno te lo dicono.. Certo loro si mangiano la versione big!! Che dire?!? Ne siamo usciti provati!!!

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Bilancio del viaggio fin qui:
– 7 giorni
– 1040 miglia macinate ovvero 1637 chilometri
– 7 stati attraversati
– 1 gomma riparata
– una quantità infinita di hamburgers e patatine mangiati

…continua…

Nel frattempo… L’intruso se la spassa con i nonni!!

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Benvenuti in Vermont!! Parte 1

Parola d’ordine: valorizzare!!

Ebbene si, gli americani saranno anche un popolo di ingenui tontoloni (Non me ne vogliano, li adoro!! Ma soprattutto nelle zone rurali e’ così! Ho detto tontoloni, nn ignoranti!) ma hanno un gran talento: valorizzare!!

Rendere il nulla interessante!!
In questa arte, perché di arte vera e propria si tratta, sono affiancati dai nostri vicini francesi che con due lucine e dei fiori trasformano anonimi paesini in Petit Cite de Caracter.

Con tutto il patrimonio culturale e paesaggistico che abbiamo dovremmo decisamente imparare.

Ed ecco che lo stato del Vermont, Green Mountain State, uno stato di 24 mila km circa e soli 621 mila abitanti, uno stato prevalentemente agricolo composto da morbide distese collinari e tranquille strade di campagna cerca in qualche modo di emergere.

Non c’è granché… La prima attrazione più visitata e’ una fabbrica di gelati e dopo un museo e una fattoria; la quarta e’ una fabbrica di Teddy bears.. Va da se’ quindi.. Non c’è molto… La natura non è stata particolarmente benigna con questo stato, niente canyon, montagne scoscese, deserti o scogliere… O forse.. Forse si… Il Vermont infatti è coperto per l’80% da foresta… Ma non foreste sempreverdi!! Ed ecco l’ingegno americano (ora anche regioni italiane come il Trentino o regioni austriache si stanno attrezzando) che ti inventa?! O meglio.. Che ti pubblicizza?!?? Il fenomeno del ‘fall foliage’ e via che si scatena una valanga di turisti, perlopiu’ della terza età, pronti a seguire e fotografare i cambiamenti cromatici delle foglie autunnali. Si rincorrono su Twitter messaggi semi allarmistici di cercatori di foglie dai mille colori!

Il nostro viaggio nel Vermont inizia con una piccola deviazione!
Decidiamo infatti di farci controllare la famosa gomma di cui sopra per evitare di rimanere a piedi in the middle of nowhere! Così il buon Mike, un meccanico dalla tuta unta di grasso del paese di Contoocook (?!??) più o meno con lo stesso sistema che avrebbe usato nostro nonno ci aggiusta la gomma! Mentre lavora mi guardo in giro, una Main Street, il meccanico, un general store, un diner e la chiesa… Qualche casa dall’aspetto molto: casadeifantasmi… Manca solo l’ufficio dello sceriffo e poi lo scenario e’ completo!! Dimenticavo.. L’unico posto dove troviamo food ovviamente e’ un fast food.

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Ripartiamo carichi verso l’avventura.. Dobbiamo però convertire e riprogrammare il nostro viaggio in base al tempo (purtroppo pessimo, ma anche la pioggia ha il suo fascino) e a causa della sosta forzata.

Il paesaggio e’ molto suggestivo anche se in questa parte del Vermont agricolo e meno turistico e’ evidente il passaggio della crisi… certo se gli americani non costruissero case di legno in un posto dove piove 200 gg l’anno e i restanti 100 nevica forse le loro abitazioni avrebbero un aria meno ‘deperita’.
Curva dopo curva con molta calma, i limiti e i trattori che ti si piazzano davanti sono implacabili, raggiungiamo Montpellier, la minuscola capitale (solo di rappresentanza) del Vermont, con appena 7.855 abitanti, è la capitale di stato più piccola degli USA. E si vede: Main Street, l’ immancabile cupola della State Hall, qualche negozio, ristorante, e fine.. La verde campagna ti inghiotte nuovamente!

E le onnipresenti decorazioni ti ricordano che Halloween e’ alle porte!!

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Sprofondando sempre più nella nebbia e macinando miglia raggiungiamo la nostra meta: la graziosa località sciistica di Stowe! Stowe in realtà e’ una lunga strada che si inerpica (parolone) in collina punteggiata di resort dall’aria montana (Svizzera e nord Italia insegnano) e di ristoranti influenzati da stili vari ed eventuali ma che sotto sotto servono tutti bistecche e patatine!!

Il primo albergo che contattiamo ci da buca… C’è il Foliage=orde di pensionati in vacanza…tutto pieno!! Così ‘ripieghiamo’ sullo Stowe Mountain Lodge!! Ripieghiamo si fa per dire perché Lucy del Front Desk dopo aver saputo che siamo Honeymooners ci omaggia di un upgrade in suite e di bottiglia e cioccolata per festeggiare!! E la suite ha anche il camino!!
Grazie Lucy!!!

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Abbiamo fame e decidiamo di ripercorrere a ritroso la strada, con buio pesto e pioggia scrosciante, a ritroso perché il nostro Lodge e’ l’ultimo prima degli impianti (!?!? Venite sulle Dolomiti e poi ne parliamo). Così per cena ci avventiamo con aria famelica su una ‘half’ serie di costine traboccanti salsa BBQ in un locale irlandese dal nome irlandese: O’Grady’s Grill & Bar! Ci fanno compagnia i soliti over 80!! Abbassiamo decisamente l’età media!!

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Il giorno seguente, dopo aver fatto colazione al bancone, aver utilizzato lavatrice e asciugatrice, mangiato stick di carne affumicata e bevuto da un gallone d’acqua (insomma le solite cose da veri americani) riprendiamo il viaggio e riusciamo davvero ad apprezzare i colori dell’autunno… Nonostante il mio sarcasmo precedente posso affermare che lo spettacolo e’ davvero meraviglioso…

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… Continua …

Arrivederci Boston!

Ebbene si, purtroppo e’ già arrivato il momento di salutare questa meravigliosa città…
La Londra di oltreoceano…

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La partenza di questo viaggio e’ stata un po’ in salita: inaspettate due ore per sbrigare le formalità doganali in aereoporto, inaspettata la coda alle 24.00 all’Alamo Rent a Car per ritirare la nostra decisamente enorme auto!! Perché non siete tutti a dormire?!?
Ma alla fine abbiamo raggiunto Boston! Con un simpatico navigatore dove l’unica voce in italiano e’ di un pizzaiolo napoletano che se sbagli ti insulta con ‘li mortacci vostri’. Alla faccia della globalizzazione: siamo ancora vittime degli stereotipi: pizza, pasta, mafia e mandolino!!!
Ps potete spiegare ai gestori di ristoranti italiani, al boss delle torte e perché no anche a Gordon Ramsey che nei nostri spaghetti con le meatballs le meatballs sono piccole!!!?!? Grazie!!! E che non mangiamo tutte le domeniche macaroni cheese o aglio con la pasta!!

Lo ammettiamo..
L’abbiamo vista un po’ di corsa. Boston di sicuro merita più attenzione!!

Ma il primo giorno del nostro viaggio di nozze on the road e’ stato dedicato quasi completamente allo shopping; causa pioggia incessante sopra la città.. E Boston va girata a piedi, infilatevi un paio di scarpe comode ed esplorate dice la guida..
È tutto a portata di zampa.

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Ohhh che peccato quindi girare tra i mille e più negozi del Wrentham Village Premium Outlet, che peccato svaligiare Tommy, con la scusa tanto costa meno (e perdindirindina se è vero) e GAP For Kids, con la scusa ‘a Max serve guardaroba invernale!!’

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Abbiamo avuto anche il momento ‘brivido’: una fantomatica spia della macchina si è accesa segnalando come al solito nulla di buono: gomma sgonfia ;( Solo domani sapremo se i 50 cent elemosinati (ma no che ci servono a fare i dollari, abbiamo le carte di credito, le ultime parole famose) per gonfiare la gomma saranno serviti a qualcosa o se dovremo chiamare la Alamo e il suo call center delocalizzato e dichiararci really upset!!!

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Il secondo giorno Boston ci ha accolto con uno splendido sole (ok accompagnato da un vento gelido!!) ciò ci ha permesso di visitare le zone più belle e di innamorarci decisamente di questa città: il Freedom Trail, un percorso segnalato da mattonelle rosse che ti conduce nei luoghi storici di Boston (città che di storia ne ha da raccontare, vi dice niente il Boston Tea Party!!?), Beacon Hill, i parchi di Boston con immancabili scoiattoli e paperelle, il quartiere di Back Bay con le vie del lusso, il North End, piccola Little Italy ricolma di ristoranti dai nomi: Massimino, Giacomo, Gennaro, Amelia e chi più ne ha più ne metta; Downtown e i contrasti tra i grattacieli e gli edifici storici, la parte del porto traboccante di vele e la meravigliosa Harvard in una Cambridge brulicante di studenti!!
Abbiamo avuto modo di collaudare anche la T, la metro, la più vecchia degli USA… E se vede… Hihi

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Si, un po’ come Austin, Boston e’ una città americana a prova di europeo!! Provare per credere!! Decisamente e’ un arrivederci!!

Dal punto di vista culinario offre ‘la qualunque’ provare i baracchini del Quincy Market: una sfilza interminabile di fast food di ogni genere: greco, thai, italiano, dolci, hot dog, aragosta, zuppette varie..

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Noi in realtà vi abbiamo abdicato.. Nella nostra permanenza a Boston abbiamo provato:

– una steakhouse ‘Ruth’s Chris’ una catena, come tutte le maggiori steakhouse, ma meritevole anche solo per il dolce che ha decisamente messo alla prova Giacomo!!

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– un pub irlandese, dove abbiamo imparato tutto sul football americano!! Beantown Pub e ci siamo sfondati di nachos et similar!!

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– il miglior ‘porco panino’ di sempre!! A Cambridge Mr. Bartley (grazie Steee!!) dove l’indecisione su che panino mangiare e’ fortissimaaaa!!

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Arrivederci Boston!!!
Via.. Verso il verde Vermont!!

Piccola postilla del risveglio!! Boston purtroppo e’ una città molto cara!! Attenzione quando soggiornate in un albergo, al momento di pagare il conto vi troverete una sequela di tasse non previste: city, local e state… Unica nota che ci ha lasciato un po’ di amarezza!

…continua…